Un bel po’ di amici sono rimasti sorpresi dalle mie critiche a Pasolini pubblicate su Facebook. Ne è nato un lungo dibattito in cui non ho potuto, per ovvi problemi di spazio, motivare bene le mie idee. Sapevo di infilarmi in un ginepraio proprio pochi giorni prima di alcuni impegni per me molto importanti ma tant’è! Tra i critici di Pasolini ho citato anche Alberto Asor Rosa e Paolo Virno. Il primo ne ha ampiamente scritto nel suo vecchio “Scrittori e popolo”. Del secondo, ho scannerizzato, e qui allego come mi è stato chiesto, la trascrizione ad un convegno, oggi contenuto nel volume “Corpus Pasolini” (Luigi Pellegrini Editore, 2008). Anche qui, Virno è condizionato dallo spazio (anzi, trattandosi di un convegno dal tempo) ma mi sembra interessante leggerlo, quanto meno perché è una delle poche voci di dissenso dal generale clima celebrativo su Pasolini (che mi ricorda l’ormai permanente clima di celebrazione di altri artisti o intellettuali, vedi Fabrizio De André, per esempio). La mia sensazione è che questa celebrazione permanente celi un disagio e un conseguente bisogno: siamo ormai talmente privi di voci critiche che quelle che ci sono state (e De André e Pasolini lo sono certamente state) necessitano di essere continuamente alimentate come la sacra fiamma veniva alimentata perpetuamente dalle vestali perché non si spegnesse. Non è di questo che abbiamo bisogno ma di una problematizzazione permanente delle idee. Resto convinto che Pasolini sia stato un grande artista ma che molte delle sue idee fossero sbagliate e che siano regressive. Spero di riuscire a scrivere, prima o poi, qualcosa di organico sull’argomento, anche se ho mancato (ma forse per fortuna!) l’anniversario!
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