In due giorni, tra il 4 e il 5 luglio, ho vissuto tre lutti. Non è proprio una cosa che possa lasciare indenni e certamente la memoria serve anche a elaborarli.

Bruno Masulli, di Somma Vesuviana: per anni, direi decenni, mi ha accompagnato nelle ricerche sul campo nei posti più sperduti della Campania. Archivista, collezionista, memoria storica della zona e, soprattutto, gentiluomo d’altri tempi.

Marcello Colasurdo, artista ineguagliabile, fin troppo popolare per avere la necessità di tracciarne un profilo, lo ricordo per le tante cose che abbiamo fatto assieme (e con noi c’era spesso anche Bruno Masulli, suo grande amico). Marcello mi aiutò a penetrare gli ambienti di Pomigliano D’Arco quando scrissi il mio primo libro Il Vesuvio nel motore e poi, nel 2000, cantò addirittura le mie canzoni quando registrammo con il gruppo Spaccanapoli l’album Aneme Perze (Lost Souls) per l’etichetta Real World di Peter Gabriel. Tutti e tre assieme abbiamo vissuto anni straordinari di feste popolari e tammurriate, concerti, viaggi e poi pranzi e cene a non finire.

Guido Carosi, amico fraterno, straordinario filosofo, che aveva scelto una vita defilata, interamente dedita agli studi senza cercare nessun riscontro pubblico. Con lui ho condiviso infinite discussioni che mi hanno aperto il cuore e la mente. Di Guido, ritrovato grazie a Francesca Bargiacchi, non pubblico nessuna fotografia: so che non avrebbe gradito.

Mercoledì 19 aprile, alle 12 nella sala stampa della Camera dei deputati, contribuirò a presentare il testo teatrale di Domenico Virgili ispirato dal Carnevale degli animali di Saint-Saëns.

Locandina dell’evento

Il 27 e il 28 marzo una due giorni di dibattiti sulla musica popolare e concerti presso il Conservatorio di Rodi Garganico. Ingresso libero.

Il 25 gennaio, su Radio Tre, una puntata di Wiki Radio dedicata al grande folksinger e uomo di teatro inglese Ewan MacColl. La trovate nella sezione Media. WikiRadio è uno dei modi di fare radio più difficili che ci siano: è un testo continuo che non beneficia del dialogo, della battuta, di tutto quell’arsenale di strategie che permette di fare radio con agio. Questo spiega, per ogni trasmissione, la sua natura di “documento”, ma credo che i testi dovrebbero essere detti da attori!