Dal 18 al 20 ventesimo convegno internazionale del Gatm, Gruppo di Analisi e Teoria Musicale, a Salerno. Io presiederò due sessioni (sabato e domenica), come da programma.
Doppio appuntamento domenica 24: la mattina a Castellaccio di Monreale (Palermo) per ricordare Pablo Neruda e Victor Jara, la sera a Pomigliano D’Arco per un tributo a Marcello Colasurdo.
In due giorni, tra il 4 e il 5 luglio, ho vissuto tre lutti. Non è proprio una cosa che possa lasciare indenni e certamente la memoria serve anche a elaborarli.
Bruno Masulli, di Somma Vesuviana: per anni, direi decenni, mi ha accompagnato nelle ricerche sul campo nei posti più sperduti della Campania. Archivista, collezionista, memoria storica della zona e, soprattutto, gentiluomo d’altri tempi.
Marcello Colasurdo, artista ineguagliabile, fin troppo popolare per avere la necessità di tracciarne un profilo, lo ricordo per le tante cose che abbiamo fatto assieme (e con noi c’era spesso anche Bruno Masulli, suo grande amico). Marcello mi aiutò a penetrare gli ambienti di Pomigliano D’Arco quando scrissi il mio primo libro Il Vesuvio nel motore e poi, nel 2000, cantò addirittura le mie canzoni quando registrammo con il gruppo Spaccanapoli l’album Aneme Perze (Lost Souls) per l’etichetta Real World di Peter Gabriel. Tutti e tre assieme abbiamo vissuto anni straordinari di feste popolari e tammurriate, concerti, viaggi e poi pranzi e cene a non finire.
Guido Carosi, amico fraterno, straordinario filosofo, che aveva scelto una vita defilata, interamente dedita agli studi senza cercare nessun riscontro pubblico. Con lui ho condiviso infinite discussioni che mi hanno aperto il cuore e la mente. Di Guido, ritrovato grazie a Francesca Bargiacchi, non pubblico nessuna fotografia: so che non avrebbe gradito.